Cadine (Trento), 9-10 ottobre 2010

 

Kevin McKeague, David McConkey, Declan O’Brien (Direttori scolastici)

Lo sfondo di quest’esperienza è la travagliata storia dell’Irlanda del Nord che ha visto succedersi per tanti anni molti conflitti che hanno lasciato una situazione piuttosto fragile. La questione è complessa, ma per semplificarla possiamo dire che in Nord Irlanda, che fa parte del Regno Unito, è molto profonda la divisione tra la comunità dei Protestanti, spesso chiamati Unionisti perchè vogliono rimanere uniti o parte del Regno Unito, e la comunità dei Cattolici che per la maggioranza vogliono un’Irlanda unita. Oltre il confine poi c’è la Repubblica dell’Irlanda, considerata più o meno come nemica dagli uni e amica o alleata dagli altri.

          Kevin McKeague, David McConkey e Declan O’Brien sono direttori di tre scuole che rappresentano queste comunità.

 

 Kevin McKeague

 

Nel Nord Irlanda i ragazzi cattolici e quelli protestanti vengono educati in scuole separate. Per tradizione le due comunità sono più o meno segregate in diverse aree di paesi e città, in diversi quartieri, luoghi di svago, scuole ecc..

 

Da parecchi anni tra noi e le nostre due scuole si è andato costruendo un rapporto di amicizia e fraternità: fatto molto insolito e perfino pericoloso negli anni dei conflitti. Abbiamo cominciato allora ad unirci a varie iniziative per la pace sia nel Nord che con scuole del Regno Unito, attraverso il Progetto chiamato Warrington, dal nome della città Inglese bombardata nel 1992 da terroristi Nordirlandesi dove due bambini vennero uccisi. Molto più tardi si è unita a noi un’altra scuola (cattolica) della Repubblica dell’Irlanda: esperienza questa un po’ all’avanguardia dato che normalmente non ci sono legami tra la comunità protestante del Nord Irlanda e quella cattolica della repubblica dell’Irlanda (alcune persone – da ambo le parti – avrebbero persino paura ad oltrepassare il confine).

 

Una volta ho sentito da Chiara Lubich che dei tre ideali della Rivoluzione Francese il meno sviluppato era la fraternità. Questo mi ha fatto intravedere nel mio incontro con David la possibilità di costruire ponti e di portare nelle nostre comunità divise un’iniezione di amore e di fraternità.

 

 David McConkey

 

Sono sempre stato profondamente convinto che l’educazione giochi un ruolo principale nel promuovere la pace e che si può farlo attraverso iniziative in comune dove ragazzi di diverse tradizioni si possano trovare faccia a faccia. Ero interessato a trovare una scuola cattolica che divenisse partner con la mia e quando incontrai Kevin, riconobbi in lui le mie stesse aspirazioni e una più che accogliente disposizione.

 

 Declan O’Brien    

 

A prima vista fui così colpito dalla fratellanza tra le due scuole del Nord Irlanda e dalla testimonianza d’unità tra David e Kevin che anch’io volli aggiungermi. Vidi in ciò anche l’opportunità di vivere l’arte di amare con altre scuole.

 

Recentemente abbiamo condiviso un’esperienza molto forte.

 

 David McConkey

 

L’anno scorso, la nostra scuola è stata completamente distrutta da un incendio doloso.

 

L’enorme sofferenza mia e di tutta la nostra comunità è stata condivisa dalle altre due scuole che hanno organizzato, con il contributo del settore giovanile del Movimento dei Focolari, un concerto di solidarietà intitolato “Tutti per tutti”. Gli alunni hanno presentato numeri artistici e vi hanno partecipato molti genitori da tutte e tre le scuole. È stato un evento unico, confermato anche dalla presenza del sindaco locale, unionista, e del parroco, entrambi rappresentanti di due comunità opposte e che normalmente non vengono invitati sullo “stesso palco”.

 

Il sindaco ringraziando “Voi state dando una forte testimonianza nella comunità”. Per il parroco è stato un sogno realizzato vedere la bella sala per la prima volta condivisa dalle due comunità. Un giornale locale ha parlato di ragazzi che “ci indicano la strada per andare avanti”.

 

All’inizio tutti pensavano che si sarebbe ricostruita la scuola, ma per via della crisi economica, il governo non dava il permesso.

 

Essendo il Ministro dell’Educazione della comunità cattolica, alcuni cominciarono a vedere in ciò un atto di discriminazione. Tutta la scuola cominciò ad organizzarsi e una protesta dignitosa si è svolta davanti all’edificio del Parlamento a Belfast. Alunni, famiglie e corpo insegnanti radunati sulle scalinate si sono sentiti fortemente sostenuti dalla presenza di Kevin, Declan e Lia, venuti a rappresentare le loro scuole. Ancora una volta una vera dimostrazione di unità. Il Comitato parlamentare per l’Educazione, composto da membri di diversi partiti, che ha incontrato la delegazione, è rimasto molto colpito da questa solidarietà.

 

La sera seguente il Ministro stesso mi ha telefonato per fissare un appuntamento. All’incontro, come prima cosa volle sapere di questo legame tra le tre scuole; le presentai il libro di “Poesie sulla Pace” scritte dagli allievi delle tre scuole e un DVD delle più recenti attività fatte insieme. In quello stesso giorno ci fu annunciato che la scuola doveva essere ricostruita immediatamente e in effetti è l’unica scuola in Nord Irlanda che ha ricevuto fondi quest’anno.

 

 Declan O’Brien    

 

Tanti momenti sono stati vissuti insieme. In questi anni ci siamo agganciati ad altre scuole europee attraverso il Progetto Comenius che promuove e finanzia iniziative valide. Portiamo avanti vari progetti educativi nel campo della letteratura, arte, ecologia e salute ma soprattutto nell’educazione alla Pace.

 

Nelle nostre tre scuole abbiamo introdotto come metodo educativo l’Arte di amare. Gettiamo il dado dell’amore nelle classi o nell’assemblea della scuola, i nostri ragazzi cercano di concretizzare i sei motti ed imparano ad essere “portatori di pace” sia in classe, che in cortile e a casa. È anche un metodo anti-bullismo molto efficace. Uno dei nostri alunni veniva deriso da un altro e ha cominciato a vendicarsi. Mi sono reso conto che era una situazione di bullismo e che la cerchia si stava allargando. Durante un momento di dialogo abbiamo gettato il dado dell’amore ed è venuto il punto: amare il nemico. I due alunni hanno capito che dovevano ricominciare e guardare avanti.

 

Ogni anno ci si ritrova per l’evento “Tamburi per la Pace”. Gli alunni leggono le poesie da loro composte, cantano e espongono lavori d’arte sulla Pace, oltre a suonare i tamburi! I tamburi che in passato annunciavano guerra e che nel Nord Irlanda venivano usati come segno antagonista dalla gente che marciava per le strade, ora significano pace. I genitori e famiglie sono invitati all’evento che quest’anno si è tenuto nel Centro dei Focolari nell’Irlanda del Sud e, grazie al Progetto Comenius, vi hanno partecipato rappresentanti di due scuole della Germania e della Slovenia. L’eco dei tamburi per la pace si sta espandendo.

 

 Kevin McKeague

 

Ogni anno viene premiata una poesia. L’anno scorso quella vincente era stata scritta da Aiden Doyle, un alunno di 8 anni, di Belfast. Da qualche anno la situazione in Irlanda del Nord era più pacifica, poi improvvisamente nel 2009 alcuni conflitti sembravano riportare al passato. Un poliziotto fu ucciso da repubblicani dissidenti e altri due soldati vennero assassinati. Aiden nella sua poesia supplicava di non tornare indietro a quei tempi, quando c’era violenza nelle nostre comunità.

 

Con la sua spontaneità e positiva certezza che la pace è possibile se non ci guardiamo indietro, Aiden scrive: “Quel poliziotto che perse la vita era il papà di qualcuno”. La poesia venne letta da Aiden al Concerto “Tutti per tutti”. Il sindaco molto colpito, ne volle una copia che ora è appesa incorniciata nel suo ufficio.

 

Quando la moglie del poliziotto ucciso venne a conoscenza, commossa invitò Aiden e la sua mamma a partecipare al servizio in commemorazione di suo marito.

 

Queste semplici e convincenti parole hanno raggiunto il telegiornale del canale nazionale e con esse la notizia che un circolo di scuole in Irlanda ed in Europa sta attivamente promuovendo l’educazione alla pace.

 

L’impressione di un osservatore: “Questa è un’esperienza educativa, ma anche sociale, che va al di là non solo dei confini tra comunità diverse, tra Nord e Sud, ma al di là anche dei piccoli confini di credo, lingua e cultura. È come un sassolino gettato nell’acqua e le onde, speriamo, si ingrandiranno”.

 

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