GESÙ MAESTRO (Chiara Lubich)
Loppiano, 17 febbraio 1971
Carissimi cittadini della Mariapoli, eccomi qui, in mezzo a voi tutti, che componete questa piccola, ma già famosa città.
Essa, tutti lo sappiamo, è la Città di Maria.
E' la prima, in ordine di data, delle cittadelle che la Madonna sta costruendosi. In essa deve risplendere soprattutto una luce: la pura luce dell'Ideale.
Oggi vorrei dirvi qualche mia idea su Loppiano, su come io vedo Loppiano. La si potrebbe definire in molte, molte maniere, ma forse emerge una funzione particolare che Dio ha dato a questa città: quella di essere una scuola.
Infatti, Loppiano contempla due tipi di persone: quelle che vi dimorano in modo stabile e quelle che vi soggiornano per un periodo limitato. Ogni anno arrivano qui persone per imparare qualche cosa. E ogni anno da qui escono altre persone per andare nei vari posti dove Dio le chiama a portare il suo Ideale, a portare l'Ideale che è Dio.
Se Loppiano è una scuola, se ha la funzione della scuola, essa però è una scuola tutta particolare e molto originale.
Non sono infatti i libri, le aule, gli studi, le prime cose che la fanno scuola. No, Loppiano è una scuola perché qui vi è un Maestro. Egli è colui che ha ispirato ai suoi fondatori come andava concepita questa città, come andava iniziata, come andava portata avanti; Egli è anche colui che abita tra i suoi abitanti. Noi sappiamo che chi ha ispirato questa città, e colui che abita tra gli abitanti di essa, è Gesù. Ora, questa realtà è così grande, così divina, da far sì che questa scuola non possa essere paragonata a nessun'altra. Quale scuola ha Gesù per maestro? Non solo, ma se il maestro è Gesù, le sue lezioni sono molto particolari e non hanno niente a che fare nemmeno con quelle dei più grandi maestri di questa terra. Anzi, alle volte sembrerà che Egli insegni della scienza che è stoltezza agli occhi degli uomini, anche i più saggi. Altre volte parrà che la sua non sia nemmeno una dottrina, se per dottrina si intendesse un fatto puramente intellettuale. Ma una cosa è certa: Egli che vive in mezzo a noi, in una città così concepita, è Dio, e quindi sa rispondere da vero Maestro a tutte le domande che possono porre gli uomini di tutti i tempi. Ebbene, noi possiamo domandarci: "Gesù maestro, a Loppiano, risponde alle domande degli uomini di oggi?" E affermiamo: "Gesù risponde e risponderà alle domande degli uomini di oggi se chi sta a Loppiano, chi fa Loppiano, è fedele al disegno che Dio ha su di essa".
Gesù ha fondato questa città, come un fiore di un Movimento, di un'Opera nata in questi tempi nella Chiesa.
Loppiano è una figlia dell'Opera di Maria, e come tale ha ricevuto tutto da questa, anzi è parte di essa e trae la sua fisionomia unicamente da essa. Ora, l'Opera nostra ha una storia che è quindi anche storia di Loppiano, e nella nostra storia c'è un periodo che non possiamo e non dobbiamo mai dimenticare.
Io sento che qui metto una pietra.
Parlo di un tempo che risale all'inizio del nostro Movimento: fu quando Gesù ci fece capire chiaramente, che era assurdo cercare la verità quando essa era tutta contenuta in Lui, Verità, Verbo di Dio fatto uomo; quando ci disse in pratica: "Lascia i maestri e segui me e imparerai ogni cosa". Quando, alle sue prime illuminazioni, ci fu chiaro che c'era una luce che non era tanto frutto di ragionamento, ma che scendeva dall'Alto. Quando ci attualizzò la realtà che tanto forte sentiva sant'Agostino: "Nell'intimo dell'uomo sta la verità". Quando noi, prime focolarine, abbiamo dato un nome a questa luce che veniva dal cielo e la chiamammo: "l'Ideale." Fu allorché Dio, per porsi Maestro nostro, e insegnarci la verità, ci chiese il sacrificio di tutte le verità che gli uomini potevano darci, quando Egli, per rivelarsi a noi ci diede la forza di mettere tutti i libri degli altri maestri “in soffitta”.
Questo fatto della nostra storia, della nostra vita, sta alla base di tutta la dottrina dell'Ideale: esso deve essere messo alla base della propria vita da chiunque vuol seguire Gesù nel nostro Movimento.
Tutti infatti siamo chiamati a far quest'atto di “spostare i libri”, a farlo almeno spiritualmente per capire veramente, vitalmente, divinamente, il libro di Dio: il Vangelo, la Sacra Bibbia, che è il codice della nostra nuova esistenza. Ma non basta fare questo passo una sola volta. Occorre ripeterlo sempre, nel nostro cuore, anche quando sarà volontà di Dio prendere in mano proprio i libri. Sì, Gesù vuole il vuoto completo della nostra mente per illuminarci, per rivelarci la verità, per farci capire anche quanta verità vi può essere in coloro - gli studiosi famosi per esempio - che la storia non trascurò perché sono riusciti a prendere, a carpire, qualche frammento di luce dalla luce stessa di Dio.
Questo atto di “mettere i libri in soffitta” per conoscere la verità, è fondamentale anche per Loppiano in quanto scuola.
Infatti, soprattutto oggi, il mondo ha bisogno non tanto di persone colte, ma di sapienti, di gente piena di Spirito Santo, di uomini e di donne veramente evangelici, dei quali Gesù possa ripetere: "Ti ringrazio, Padre, che hai nascosto queste cose ai saggi e ai prudenti e le hai rivelate ai piccoli". E Loppiano è sorta proprio per dare al mondo tali apostoli.
A questo punto qualcuno potrà chiedermi: "E che cosa ti ha insegnato Gesù durante tutti questi anni?"
E' logico che sarebbe impossibile dirlo in poche parole. Il fatto è che la luce della sua verità è stata così abbondante e così penetrante che è arrivata fino agli ultimi confini della terra, e continua ad affascinare e a trascinare innumerevoli creature di tutte le razze e di tutte le mentalità. Se però si volesse tentare di dire in una parola che cosa Gesù ha insegnato a me e all'Opera di Maria, potrei dire: "Ecco, Egli mi ha dato una luce che tutte le contestazioni negative, tutte le eresie, tutte le deviazioni, non sono capaci di spegnere."
Infatti, Egli ha detto che chi ascolta la Parola di Dio e la mette in pratica - e qui è il punto -, è simile ad una casa costruita sulla roccia: verranno venti, bufere, alluvioni, la casa non crolla. E che cosa sono le bufere, le alluvioni, se non tutte le varie dottrine più o meno giuste, più o meno equilibrate partorite dalla mente degli uomini di tutti i tempi che abbagliano, ingannano spesso i loro contemporanei con bagliori passeggeri, poi si spengono per lasciare il posto ad altre dottrine?
Gesù Maestro mi ha insegnato che per capire la verità, per approfondirla, per possederla veramente, occorre non solo impararla bene, magari a memoria, ma metterla in pratica.
Ebbene, questo metterla in pratica è un metodo evangelico.
Che cosa ha prodotto questo metodo? Un'infinità di effetti.
Esso illumina interiormente non solo la testa, ma tutto l'essere, perché è luce e amore e vita insieme; cosicché, se ad un dato punto la mente fosse turbata da dubbi, che non risparmiano forse nessuno, e la bufera fosse, per esempio, nel campo dottrinale, lo spirito, il cuore e tutto l'essere reagirebbero: forse la mente vacillerebbe ma tutto l'essere direbbe: "No."
Oggi, in cui molti uomini sono travagliati dall'angoscia, Egli mi ha dato, ci ha dato, una pace che dice sua: "La mia pace", che è poi Lui stesso. E chi la sperimenta non può più dimenticarla, e se la perde non c'è pace del mondo che la possa sostituire.
Egli, poi, mi ha dato una gioia così piena, così grande, così esaltante, così divina, che se la bufera fosse nel campo morale, dove qualcuno vuole offrirti una vita di felicità con mezzi terreni come i divertimenti mondani, lo sbrigliamento dei sensi, la droga, ecc., tu sapresti a priori, che mai raggiungeresti per quella via nemmeno i piedi della montagna di felicità su cui Egli ti ha fatto salire riempendoti di beatitudine già da questa terra.
Egli ci ha dato una dimostrazione della sua verità perché ci ha fatto toccare con mano tutte le sue promesse: quanto ogni giorno abbiamo dato, Egli ogni giorno ci ha ridato; se abbiamo lasciato qualcosa o qualcuno per Lui, Egli ci ha dato il centuplo; e il centuplo in tutte le cose materiali e spirituali. Egli in molti momenti di sgomento, in cui io, ad esempio, sentivo tutta la mia debolezza, mi ha dato una forza che veniva solo dalla sua grazia.
Egli non sazia solo i desideri che hai, ma anche quelli che nemmeno sogneresti di avere un giorno. Egli, ecco tutto, ci ama da Dio e vuole darci tutto, con una misura senza misura, vuole in pratica trasfondere Se stesso in noi; vuole amarci come Lui è amato dal Padre e come Lui ama il Padre. Cosicché Egli forma, forma veramente le persone: ciò che deve fare una scuola. Le fa come torri che non crollano, le illumina come lanterne che danno luce anche agli altri che navigano nel buio, nel dubbio, nella ricerca. Ecco, questo fa anche Gesù a Loppiano ogni volta che si obbedisce alla sua vocazione.
Per questo, e parlo agli ultimi arrivati, siete qui per diventare gli atleti di Dio, gli eroi del Vangelo, la testimonianza della verità, la dimostrazione che Dio è pienezza, felicità, pace, bellezza, ricchezza, abbondanza, amore, misericordia, fiducia; siete qui per fare risperare il mondo in Qualcuno che non inganna mai, ma che ti accompagna dalla culla alla tomba dicendoti sempre la verità, sostenendoti sempre col suo amore personale. Egli, che è morto per ciascuno di voi, di noi, tutto questo può e vuole darvi; e Loppiano è un'occasione per arricchirvi di tutto questo, e se Loppiano è questo, sia ringraziato Dio che l'ha fatta nascere.
E' questo dunque il mio augurio a Loppiano, e soprattutto ad essa come scuola: non lasciarsi mai ingannare da nessuno e da nulla, seguire sempre un solo Maestro; anche il Vangelo vuole che non si dia a nessun altro questo titolo.
Chiara Lubich
Pubblicato in: “Nuova Umanità” 6 (2008), p. 607-612